Snaggit, Loontenant degli High Goobapalooza, inspirò profondamente l’aria satura di spore. Si buttò giù da una traballante serie di gradini di legno, verso il bacino della caverna e la fitta colonia di alti e oscillanti funghi che la riempiva. Passare oltre i Troggoth a guardia dell’altro lato del Realmgate aveva già testato il coraggio del Grot, la possibilità di mostrare la propria autorità era sprecata su quegli ottusi giganti. E questo era prima di entrare nell’effettivo manicomio dei funghi.

Ad essere onesto, Snaggit non avrebbe proprio voluto quel compito. Avrebbe preferito restare dietro nel reame dei cosi non morti. Alla tribù dei Bone’ead piaceva sbattersi in faccia delle pitture bianche e saltellare in giro con lunghe ossa attaccate alla schiena per formare le gambe di qualche ibrido Grot-aracnide, cosa che il Loontenant non aveva mai veramente capito. Eppure il Re Snaggrott era sempre sembrato soddisfatto dei casini che il Loontenant creava assieme a loro. Gli ordini del Loonking, tuttavia, erano stati inequivocabili.

Snaggit, ragazzo mio, tu sei l’unico di cui mi possa fidare per questo, aveva detto Snaggrot. Ho bisogno che tu vada e prenda questa profezia per me. La Luna Cattiva stessa me lo ha detto.

E così fu. Non puoi controbattere alla Luna Cattiva, in fondo.

A Snaggit non erano state date delle indicazioni. Provare a ricordare la struttura del manicomio era inutile; i funghi si muovevano. Tutto lo strano sotto-reame lo faceva. “Orientarsi” qui significava sperare di capire dove stessi andando prima che qualcosa trovasse te.

I gambi dei funghi scricchiolavano sotto i piedi, formando brevi fratture nel tappeto vivente prima di crescere a nuova vita. Nei rari momenti di pausa dalle urla che riempivano le tetre segrete del manicomio, l’unico uono era il respiro irregolare di Snaggit - quello, e i sussurri. Sempre i sussurri. Questi profeti e veggenti catturati dai vari Reami Mortali e trasformati in nuove forme di vita fungina dal Moon Onna Stick del Loonking raramente facevano qualcos’altro. Mettersi ad ascoltare la cacofonia esortava alla follia, come le craeture Grot che avevano speso la propria esistenza ad occuparsi di questi “prigionieri” provavano. Adesso sembrava peggio che mai, più forte e in qualche modo ancora più insistente.

Affrettandosi in avanti, i suoi respiri si trasformavano in muffe multicolori che persistevano brevemente nell’aria, Snaggit lasciò il campo di funghi ed entrò nella bocca oscura del tunnel di una caverna.

Rallentò mentre un fungus-keepa strisciava rapidamente da una crepa nel soffitto della caverna. Capendo da un inspiegabile sesto senso che stava venendo osservato, quello che una volta era un Grot si fermò. Snaggit deglutì, stringendo più forte la scheggia frastagliata di Loonstone che serviva sia da arma che da fonte di luce mentre la contorta creatura lo guardava dall’alto verso il basso. Era più un fungo che un Grot adesso, sbirciandolo con occhi posti su lunghi gambi come quelli di un Slugfungus. Crescenti pulsazioni organiche si erano diffuse su tutta la faccia e le sopracciglia in una cupa esagerazione della corona del Loonking. Erano germogliate attraverso il cranio della creatura, distorcendolo sotto forma di “benedizioni” parassitarie.

L’attendente rise fragorosamente, affretandosi velocemente via in un’altra fessura. Con un tremito Snaggit si accorse di non essere solo. Altri dei cosi-Grot seminascosti si affrettavano tra i gambi dei funghi-veggenti o tra i muri mentre gli Scryshrooms ondulavano piangendo. Qualcosa li aveva agitati, il Loontenant se ne accorse. Qualcosa era successo che aveva agitato i contorti profeti, qualcosa aveva caricato l’intero manicomio con energia febbrile.

Forse era per questo che Skaggrot l’aveva mandato lì. Forse il Loonking voleva semplicemente vedere se sarebbe tornato.

La sua disattenzione momentanea fu abbastanza per andare incontro al disastro. Snaggit non ebbe nemmeno il tempo di urlare mentre la sua gola veniva stritolata da tentacoli rampicanti di funghi Stragglenekk, che strisciavano dal soffitto umido per intrappolare il loro prossimo pasto. Gli occhi del Grot quasi saltarono via, le gambe si agitavano selvaggiamente. Dimenandosi maniacanalmente Snaggit riuscì a liberare un braccio, agitando la sua lama per fare a pezzi la coltre soffocante di funghi. Altre dita blu indaco discesero per rimpiazzarli, che secernettero succhi acidi che sfrigolarono contro la sua pelle iniziando a digerirlo.

‘Snaggit…’

Lo Stragglenekk si ritirò veloce com’era arrivato, lasciando cadere il Grot senza tanti complimenti. Snaggit si contorse e tossì, medicandosi le parti liquefatte dove il fungo lo aveva mangiato. Era uno sforzo aprire gli occhi, il Loontenant ci provò solo perchè la voce onirica lo chiamò di nuovo da vicino. Dal muro del tunnel spuntava un pallido Scryshroom. Sembrava essere stato piantato da un bel po di tempo, nonostante Snaggit fosse sicuro che quella era la prima volta che lo vedeva. Istintivamente, il Grot seppe che quello era ciò che era stato mandato a trovare.

Stringendo stretta la sua Loonblade un’altra volta, e cercando di evitare di guardare nettamente la faccia dell’elfo sopra il contorto gambo del fungo, Snaggit ignorò la muffa che si formava rapidamente sui suoi stivali in pelle di squig mentre si trascinava cautamente più vicino. Nel frattempo la faccia sopra al gambo balbettava e sbavava silenziosamente, la lingua gonfia ciondolava fuori. Alla fine parlò, tuttavia, le parole risuonavano dolci e quasi musicali.

“Attraverso il vuoto eterico,
sotto la luce della lune deforme,
le camere celesti si aprono,
rivelando le loro più grandi maledizioni.”
“I morti e i dannati cercano l’oscurità,
combattendo la guerra con l’odiosa luce,
ma l’Umida Mano si stende su tutti loro,
cercando i tesori del potere della Luna Cattiva!”

La faccia del Scryshroom cadde fiacca, la sua lingua sbatacchiò pateticamente prima di fermarsi anch’essa. Snaggit si trovò nuovamente da solo, con le flebili urla dei funghi veggenti e il suo respiro pesante come unica compagnia.

Persino Snaggit, che possedeva solo una rozza scaltrezza, riconobbe un pericolo e un’opportunità quando lo sentì. Skragrott sarebbe stato davvero grato per le notizie di questi “tesori” maturi per la conquista dei Reami, così come dell’avvertimento che gli esseri che abitavano in superficie si stavano muovendo. Il Gloomspite stava chiamando nuovamente. E oltre a questo, il promesso Everdank, quella dolce e sacra era dell’oscurità in cui ombre umide e viscide avrebbero ingoiato tutto.

Snaggit non poté che sogghignare. Forse lui e i Bone’ead avrebbero portato l’Everdank prima di quanto si fossero aspettati.

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